“El tango es una historia,
cada frase es un recuerdo,
cada parte es una vida con una pena escondida
y todo el tango es lo nuestro.
Emoción que se hace queja
en la voz del bandoneón.
El tango es siempre una historia
que tiene en todas sus hojas
palabras del corazón.”

Conoscere meglio la Musica del Tango ed i suoi protagonisti nella storia: è questo il fine degli incontri che i Tangolosi dedicano ad un’Orchestra, un musicista, un brano o un tema della cultura musicale tanguera.

Gli appuntamenti intendono fornire ai ballerini ed agli appassionati gli elementi utili ad inquadrare culturalmente e storicamente le tante incarnazioni della musica di Buenos Aires.

Le lezioni vengono proposte agli appassionati che intendano arricchire la propria conoscenza e dare una prospettiva più articolata al rapporto con il Tango suonato e la sua evoluzione.

Ogni incontro ha una durata di un’ora, e prevede ascolti esemplificativi e comparativi, presentazioni e filmati storici.

Tematiche delle lezioni sul Tango & la sua Musica

La storia del Tango ha radici popolari e tecnicamente povere. Dai primi anni del ‘900 gli strumenti cambiano, la struttura dei gruppi anche, ed i musicisti acquisiscono maggior consapevolezza. L’Orquesta Tipica di Tango sarò il frutto di questo percorso, diventando col tempo la forma esecutiva caratteristica della musica di Buenos Aires.

La lezione ripercorre l’evoluzione strumentale dalle origini alle orchestre moderne, approfondisce il ruolo essenziale degli arrangiamenti, sottolineando la distinzione tra composizione ed interpretazione, ed infine mette in luce gli elementi storici, tecnici e formali che hanno condotto dal pionierismo delle origini alla definizione di un genere musicale inconfondibile.

L’Orchestra di Anibal Troilo esordì nel 1937, incontrando subito i favori di ballerini e musicisti. La lezione sul primo tempo di quella formazione, ancora apprezzatissima nelle milonghe di oggi, intende dare una panoramica su anni di grande innovazione, di cui Troilo ed i suoi musicisti si fecero insostituibili promotori.

Particolare risalto viene dato al magnifico connubio con la voce di Francisco Fiorentino, grazie al quale viene del tutto ridefinito il ruolo del cantante nell’Orchestra di Tango.

La figura di Osvaldo Pugliese ricopre un ruolo unico nello sviluppo della musica di Buenos Aires e nel ricordo degli appassionati di Tango. Il tema dell’incontro è la formazione professionale ed umana del giovane Pugliese, a partire dalla composizione del primo capolavoro, Recuerdo.

La formazione dell’Orchestra e la sempre più raffinata forza espressiva, condussero alla definizione di uno stile inconfondibile, che ne La Yumba trova la sua più limpida testimonianza. L’analisi di questo brano fondamentale rappresenta un’utile introduzione alla fase matura della produzione di Pugliese, probabilmente la più nota ed apprezzata da ballerini ed appassionati.

La maturità artistica di Pugliese raccontata a partire dalle definizione del suo stile ‘Yumba’ sino agli ultimi concerti. La sequenza di capolavori che attraverso i decenni preservarono il Tango e la sua radice più nobile dalle avversità storiche e di gusto, rappresentano un raro esempio di coerenze umana e musica, ed uno dei lasciti più preziosi della storia del Tango.

Le composizioni, l’orchestra, la repressione politica, la traiettoria musicale e la consacrazione degli ultimi anni di un artista del popolo.

Lo stile del pianista e direttore Carlos Di Sarli è notissimo ai ballerino ed agli appassionati di Tango. Lungo la sua trentennale attività rimase fedele ad un ‘suono’ riconoscibilissimo ed inimitato.
È infatti difficile individuare un altro musicista che abbia saputo combinare la cadenza ritmica del tango con una struttura armonica in apparenza semplice, ed invece così ricca di sottigliezze e sfumature.
L’incontro tematico introduce agli elementi fondamentali che definiscono questo elegantissimo stile, con particolare riguardo al suo strumento, spesso definito il piano più tanghero che sia esistito.

A metà degli anni ’30 il Tango sorse a nuova vita grazie allo sferzante ritmo dell’Orchestra di Juan D’Arienzo, capace di influenzare intere generazioni di musicisti. Tuttavia il suo stile rimane sempre ben ancorato al Tango delle origini, attento alla marcazione ritmica più che innovazioni espressive di altre grandi formazioni coeve, che devono comunque al suo enorme successo il rinnovato interesse nei confronti della musica di Buenos Aires.

L’entusiasmo che ancora oggi suscita nei ballerini di tutto il mondo conferma il ruolo insostituibile che D’Arienzo interpretò nell’introdurre il Tango alla sua Epoca d’Oro.

Un incontro dedicato ad una delle Orchestre di Tango più emblematiche degli anni ’40. La maturazione che Calò acquisì proprio all’acme dell’Epoca d’Oro portò immediatamente al successo un gruppo di musicisti dotati di grande perizia tecnica, strumentale e d’arrangiamento: non a caso l’Orquesta Calò di quegli anni era conosciuta come l’Orquesta des Estrellas.

L’eccezionale capacità di unire la ballabilità alla grande qualità armonica e melodica consente al repertorio di Miguel Calò di essere quasi sempre presente nelle serate di Milonga, e di godere del favore di tantissimi ballerini.

L’Orquesta Tipica di Ricardo Tanturi ha vissuta una legittima riscoperta da parte dei musicalizadores contemporanei. La ritmica ben marcata e l’ottima ballabilità del suo repertorio ne fecero una delle Orchestre più seguite durante l’Epoca d’Oro degli anni ’40, in particolare grazie alle due grandi voci che ne accompagnarono le gesta, quella di Alberto Castillo e quella di Enrique Campos.

Il Caballero del Tango, come veniva chiamato Tanturi per i suoi modi pacati e signorili, tese  sempre a privilegiare il ballo, creando ed arrangiando brani unici e con forte personalità ma che allo stesso tempo riuscissero a soddisfare le esigenze del numeroso pubblico di tangueri presenti nelle sale. Sia i suoi famosissimi brani cantati che le prove strumentali restituiscono ancora oggi un grande senso tanguero,  di buona ritmica milonguera, godibilissimi per il ballerino e per l’ascolto dell’appassionato.

Grazie alla sua ammirata opera di pianista, direttore e compositore Juan Carlos Cobián ispirò un ampliamento espressivo ed esecutivo di grande rilevanza per tutta la produzione tanghera successiva. Egli rappresentò una delle personalità di maggior peso di quella generazione di musicisti che, a partire dagli anni ’10, contribuirono al passaggio dalle forme ormai troppo anguste del Tango delle origini alla ricchezza sentimentale e timbrica che da li in poi avrebbe informato di sé tanta parte della migliore tradizione musicale di Buenos Aires.

Los Mareados, una delle perle più apprezzate del suo repertorio, ha attraversato i decenni cambiando nome e testo più volte. Nelle vicissitudini che l’hanno portato ad essere un grande classico si legge un lungo tratto della storia del Tango e la complessità delle sofferte circostanze che tante volte ne hanno determinato i capolavori.

Le origini e la storia di una delle forme musicali più note della tradizione popolare argentina sono l’argomento di questo incontro. Caratterizzata da una ritmica inconfondibile, la milonga affonda le sue origini in due secoli di storia, facendo convergere suggestioni musicali di tre continenti diversi ed incarnando i tratti distintivi del carattere ‘porteno’.

Il dialogo con il tango è stato costante e di reciproca influenza, tanto da costituire, a partire dall’opera di rinnovamento di Sebastian Piana negli anni ’30, il repertorio di milonghe che ancora oggi appassionano i ballerini di tutto il mondo.

Il ruolo del cantante nelle Orchestre di Tango non ha sempre rivestito l’importanza che tutti gli appassionati oggi conoscono. Prima che venisse istituita la figura del Cantor de Orquesta, perfettamente integrato come uno strumento tra gli altri strumenti della formazione, il cantante ricopriva un ruolo piuttosto marginale, tanto da non essere citato, spesso, tra gli esecutori.

Dalla comparsa dei primi tanghi cantati, negli anni ’20, fino ai grandi interpreti che alle volte vengono citati appaiati ai direttori dell’Orchestra (Di Sarli-Rufino, D’Arienzo-Echague, D’Agostino-Vargas, Troilo-Fiorentino, …), il percorso è stato lungo e non privo di interessanti svolte.

La lezione racconta questo passaggio, che è anche il passaggio dal Tango delle origini alla sua Epoca d’Oro.

La maturazione strumentale e timbrica che contraddistinse i primi quindici anni del Novecento andò di pari passo con una migliore consapevolezza tecnica degli autori e degli interpreti del Tango. Fin da quando furono gettate le basi della moderna Orquesta di Tango (attorno al 1912/3) si andarono cogliendo, seppur da principio in maniera non così evidente, due fondamentalitendenze compositive ed esecutive, poi amplificatesi e precisatesi man mano, cui saranno debitori tutti i numerosi sottogeneri sorti nella storia del tango.

La prima è lo stile che custodisce la radice più schiettamente criolla della musica rioplatense, ovvero il suo carattere maggiormente legato alle periferie ed alle suggestioni della milonga. Si tratta dell’approccio che, a ben vedere, i rappresentanti della cosiddetta guardia vieja come Francisco Canaro e Roberto Firpo custodiranno senza sostanziali aggiornamenti anche nei decenni successivi.

La seconda tendenza è quella di più chiara ispirazione melodica, influenzata da tradizioni europee – francesi in particolare – e volta ad innestare nel tango una certa vena romantica a scapito della dittatura esercitata dall’affilato battito milonghero. All’attenzione per il fatto ritmico del tango va affiancandosi quindi una cura del fatto espressivo, fino a quel momento del tutto trascurato. Questa spinta evoluzionista fu la fonte d’ispirazione di personaggi come Julio De Caro, Anibal Troilo, Juan Carlos Cobian, Pedro Laurenz, Osvaldo Pugliese, …

Un saluto dall’Orquesta Misteriosa Buenos Aires

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